Il mal di schiena o low back pain (LBP) rappresenta una condizione dolorosa che colpisce l’80% della popolazione mondiale almeno una volta nella vita con una prevalenza in America superiore a qualsiasi altra sindrome dolorosa (maggiore rispetto al mal di testa e alla cervicalgia) (Deyo et al) (Richard L. Nahin).
Il miglior modo per prevenire l’insorgenza del mal di schiena è quello di utilizzare il movimento e l’esercizio, mentre per curarla e risolverla la ricerca suggerisce inequivocabilmente che la scelta migliore è il ricorso alla fisioterapia associata ad un trattamento attivo, più che con il risposo o altre terapie dalle caratteristiche più passive.
Dalle conclusioni offerte da alcuni recenti studi effettuati su persone con il mal di schiena si evince che uno stile di vita attivo e una costante attività fisica possono prevenire l’insorgenza di LBP in adulti e bambini.
In una fase di dolore acuto il riposo a letto può sembrarci la soluzione migliore per alleviare la sintomatologia, ma questo, come l’utilizzo dei farmaci, possiede degli effetti collaterali. Rimanendo coricati diminuiamo le richieste funzionali alla schiena e di conseguenza perdiamo trofismo della muscolatura del tronco, il quale si associa ad un aumento del grasso corporeo capace di produrre centinaia di sostanze pro infiammatorie (O’Sullivan et al). Il movimento stimola la vascolarizzazione e capilarizzazione che apportano ossigeno e sostanze nutritive favorendo l’eliminazione dalle sostanze infiammatorie, irritanti e algogene che provocano dolore.
CHE COS’E’ L’ESERCIZIO TERAPEUTICO?
L’esercizio terapeutico è una serie di attività nelle quali il paziente viene istruito ad eseguire esercizi specifici rivolti alla debolezza, alla perdita di mobilità articolare, al recupero della resistenza e alla stabilizzazione in seguito a una malattia,una lesione o uno stato di sofferenza. Si tratta di un compito cognitvo-motorio per superare una specifica disfunzione di movimento ed efficace per trattare i sintomi e segni della condizione.
La ricerca suggerisce che l’esercizio terapeutico è in grado di gestire il dolore intervenendo sui meccanismi che lo regolano:
- riduzione della capacità di sentire uno stimolo doloroso,
- riduzione della sommazione degli stimoli dolorosi,
- alterazione della percezione dello stimolo doloroso.
Per ogni tipo di disfunzione è quindi indicato uno specifico tipo di programma di esercizio terapeutico. In relazione a ciò e alla suddivisione delle patologie in base al movimento che crea i sintomi lamentati dal paziente.
LA RIABILITAZIONE DEL PAZIENTE CON MAL DI SCHIENA
Nella fase 1 della riabilitazione per i pazienti con mal di schiena, la gestione del dolore è di prioritaria importanza. Per fare questo il terapista dovrà ricercare l’attività muscolare per mantenere e migliorare la stabilità spinale.
Nella fase II gli obiettivi per la gestione dei pazienti con LBP sono più focalizzati sul miglioramento delle capacità funzionali e nell’ affrontare eventuali deficit di forza o flessibilità. Un altro obiettivo della gestione della fase II è ridurre la probabilità del paziente di manifestare una recidiva, le quali sono stimate ad un 60% -80%.
L’approccio terapeutico di stadio II ha tre componenti di base:
- specifici rinforzi del tronco
- esercizi generali di forza e flessibilità
- condizionamento aerobico.
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