La Tecarterapia è sicuramente tra le terapie più prescritte dai medici italiani quando si parla di dolore nella parte bassa della schiena. Il mal di schiena infatti è una delle principali cause di assenza dal lavoro nei paesi industrializzati e rappresenta un elemento di riduzione della produttività in molti settori. La Tecarterapia è sicuramente un trattamento utile per il mal di schiena anche nelle forme più acute come nel noto il colpo della strega. È necessario però fare dei chiarimenti sulle differenti modalità di utilizzo della Tecarterapia per il mal di schiena per far comprendere ai pazienti che questo trattamento quasi mai, da solo, rappresenta la soluzione ai problemi della colonna vertebrale.
Un bravo professionista della riabilitazione infatti cerca di capire qual è la vera causa dei sintomi e non si limita mai ad un trattamento esclusivamente sintomatico che non va ad agire in modo diretto sulla radice del problema. Quindi normalmente, e solo quando ci sono le giuste indicazioni terapeutiche la Tecarterapia può essere inserita nel piano riabilitativo per il trattamento del mal di schiena insieme ad altre metodologie e tecniche, la cui sinergia porterà al miglior risultato per il paziente. Il concetto di sinergia tra i vari approcci in fisioterapia introduce il tema dell’integrazione terapeutica.
Cos’è la Tecarterapia e come si utilizza?
La maggiore confusione sulla Tecarterapia è stata quella di definirla una radiofrequenza. Non che non lo sia a livello fisico ma sicuramente molte persone, soprattutto le donne, possono averla confusa con la radiofrequenza che si usa per il viso in estetica ad esempio. Altri sentendo parlare di “radio” hanno immaginato che l’energia potesse propagarsi chi sa in quale modo nello spazio circostante all’dispositivo elettromedicale.
Per capire meglio la Tecarterapia è più semplice immaginarla come una corrente elettrica che attraversa il corpo. Una corrente che esce da un polo entra nell’altro in modo alternato. La Tecarterapia infatti è una corrente alternata ad alta frequenza (da 500.000 a 1.000.000 di Hz). L’alta frequenza in uscita permette alla corrente di non essere percepita dal paziente. La corrente che percepiamo sulla pelle infatti che può essere dannosa è a bassa frequenza come quella della rete elettrica a 50 Hz. Come è ormai noto l’applicazione più diffusa di Tecarterapia è quella effettuata con un manipolo e con una piastra metallica di ritorno, i due punti di applicazione rappresentano o meglio sono, i due poli da cui esce la corrente.
Quindi nel caso di un paziente con il mal di schiena basta sdraiarlo prono sul lettino, mettere la piastra sotto alla pancia e massaggiare la schiena con l’elettrodo?
La risposta è “dipende”!!. Sicuramente la Tecarterapia può essere associata a vari approcci terapeutici e grazie a questi tipi di associazioni può far raggiungere risultati rapidi e duraturi nel tempo. Quindi la Tecarterapia passata in modo indiscriminato a tutti i tipi di mal di schiena come se fosse un “ferro da stiro” è assolutamente un errore dì imperizia clinica.
Il fisioterapista specializzato nelle patologie della colonna vertebrale attraverso una specifica valutazione è in grado di creare un piano di trattamento al cui interno è presente la Tecarterapia in associazione ad altri approcci e tecniche riabilitative. La Tecarterapia porta un indiscutibile stimolo biologico ai tessuti trattati ma esistono diverse modalità di applicazione che devono essere utilizzati in modo specifico nei diversi quadri clinici. Ad esempio una importante caratteristica della Tecarterapia è quella di produrre calore nei tessuti trattati oppure quella di portare via particolari sostanze dalla zona da trattare ma non sempre questo quello è che serve al paziente.
Ogni mal di schiena è diverso dall’altro e può essere causato da problematiche a carico di strutture anatomiche diverse e per questo che non esiste il “miglior trattamento” per questa patologia. Il fisioterapista deve capire quali e quante strutture anatomiche sono coinvolte e pianificare quali tecniche utilizzare e in quale sequenza. Di seguito andremo a schematizzare alcune modalità di trattamento tra le più utilizzate.
Tecarterapia e trattamento della fascia
I trattamenti della fascia sono molto utilizzati dai fisioterapisti. Il principio si basa sul concentrare l’attenzione clinica sui tessuti mio-fasciali. La fascia è il tessuto connettivo che circonda i nostri muscoli, le nostre ossa, i nostri nervi, i nostri organi. È ritenuto infatti un sistema fluido tensionale che collega e sostiene tutto il contenuto del nostro corpo. Secondo gli esperti la fascia può essere paragonata a una tuta che riveste il nostro corpo dalla testa ai piedi. Questo spiega il motivo per cui a volte delle sintomatologie cliniche come mal di testa, dolori al ginocchio o formicolii alla mano possono avere la loro causa in distretti distanti che apparentemente sembrano non essere in relazione con essi.
Esistono diverse tecniche di terapia mio-fasciale, i fisioterapisti possono utilizzare anche degli strumenti, chiamati IASTM in associazione alla Tecarterapia. Questo permette al fisioterapista di eseguire un trattamento mio-fasciale per il mal di schiena, utilizzare uno strumento specifico per la terapia fasciale e contemporaneamente avere il beneficio della Tecarterapia. Lo strumento metallico che il fisioterapista tiene in mano gli permette di raggiungere zone scomode o anatomicamente più profonde e nello stesso tempo di eseguire il trattamento di Tecarterapia. Il fisioterapista deve in questo tipo di trattamenti utilizzare degli appositi guanti per schermare il passaggio di corrente attraverso le sue mani.
Tecarterapia ed esercizio terapeutico
L’esercizio terapeutico è ad oggi in modo inequivocabile il trattamento principale per la cura del mal di schiena. Ogni metodica ha le sue pubblicazioni scientifiche più o meno rilevanti (molti lavori sulla stessa Tecarterapia in fase iniziale) ma l’esercizio terapeutico mette tutti d’accordo. Se un paziente ha un mal di schiena, che sia dovuto da un instabilità vertebrale o da un ernia del disco creare per lui una buona sequenza di esercizi è utile e riduce il rischio che il dolore si presenti di nuovo.
Molti fisioterapisti associano la Tecarterapia all’allenamento terapeutico unendo così gli effetti biologici e antinfiammatori della Tecarterapia con quelli del movimento. Questa pratica in continua crescita è utilizzata anche per patologie a carico delle articolazioni della spalla, del ginocchio e della caviglia per il recupero post-chirurgico e per la riabilitazione sportiva.
Tecarterapia ed osteopatia
L’osteopatia è prima di tutto un modo di ragionare. Il paziente durante la valutazione viene ascoltato e valutato attraverso specifici test. I test in alcuni casi rappresentano delle prove di trattamento che in base al risultato ottenuto, forniscono all’osteopata utili informazioni sul piano di trattamento. La valutazione nell’osteopatia è importante per stabilire con esattezza l’origine dei sintomi, che una volta individuati possono essere trattati con un’associazione precisa tra tecniche osteopatiche e Tecarterapia o altre tecnologie. Questo tipo di associazione terapeutica è molto utilizzata in Italia dove la Tecarterapia è molto diffusa.
Molti fisioterapisti utilizzano la Tecarterapia nel trattamento della lombalgia in associazione con l’osteopatia. Alcuni preferiscono utilizzare al Tecarterapia come preparazione alla seduta fisioterapica, altri come chiusura per rilassare la componente muscolare, altri ancora utilizzato particolari accessori per eseguire i trattamenti in modo simultaneo.
Il fisioterapista è in grado dopo la valutazione di saper integrare i trattamenti in base al tipo di mal di schiena e alla fase della patologia, acuta, sub acuta e cronica. Infatti la Tecarterapia ha diversi tipi di accessori ma anche di impostazioni che il fisioterapista deve conoscere , come potenza di trattamento, tipi di frequenza, forma d’onda e modalità termica.
Conclusioni
Una delle principali sfide per il mondo della Fisioterapia è quello di fornire trattamenti integrati per il paziente che comprendano la terapia manuale, esercizio terapeutico con l’integrazione di strumenti ad alta tecnologia sia per la valutazione che per il trattamento delle principali patologie dell’apparato musco-scheletrico. L’errore che spesso compiono i professionisti sanitari per primi e poi i pazienti è quello di credere che esista uno strumento, una tecnica o un approccio che sia la panacea di tutti i mali. Il dolore e le patologie che lo provocano sono spesso di origine multi fattoriale e per tanto devono essere affrontati attraverso l’utilizzo delle tecniche e delle tecnologie più adatte al singolo caso.
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