L’ epicondilite, conosciuta anche come gomito del tennista, è una problematica che colpisce prevalentemente il sesso femminile tra i 35 e i 50 anni, mentre la percentuale tra i tennisti che presenta sintomatologie ascrivibili a questa patologia è tra il 10 e il 50%.
In questo articolo vedremo quali sono i sintomi e le cause,cercando di darti dei consigli utili, sia che tu sia un tennista o meno.
Spesso l’insorgenza dell’ epicondilite è lenta e graduale, nella maggioranza dei casi viene sottovalutata fino a quando il giocatore non si trova in difficoltà anche a fare le attività più semplici della vita quotidiana, come versare un bicchiere d’acqua.
Ho deciso di scrivere questo articolo per rispondere alle domande più comuni che mi vengono fatte in studio e sui campi da tennis.
L’ anatomia del gomito
L’articolazione del gomito è costituita da tre ossa:
- L’estremità distale dell’omero, dove si trovano l’epicondilo (lateralmente) e l’epitroclea (medialmente). Nella porzione distale centrale ci sono due margini ossei chiave per l’articolazione del gomito:
- Il capitello: è conosciuto anche come “capitello omerale”. Si trova nella parte esterna dell’omero, ha una forma emisferica e si articola con il margine prossimale del radio.
- La troclea omerale: è situata nella parte interna (o “mediale”), ha una forma concava proprio per ospitare il margine osseo prossimale dell’ulna.
- La testa del radio: è la porzione prossimale del radio, quella più vicina al gomito, ha un profilo circolare e piatto.
- Estremità prossimale dell’ulna: comprende un’importante prominenza ossea detta olecrano, e una cavità nota come “incisura trocleare dell’ulna”.
Questi tre elementi ossei si relazionano tra loro formando tre articolazioni funzionali:
- Omero – radiale: articolazione tra il condilo omerale e la fossa della testa del radio;
- Omero – ulnare: articolazione tra la troclea dell’omero e l’incisura trocleare dell’ulna
- Radio – ulnare prossimale: articolazione formata dalla circonferenza articolare radiale, dall’incisura radiale dell’ulna e dal legamento anulare.
L’apparato legamentoso di questa articolazione è costituito da:
- Il legamento collaterale ulnare;
- Il legamento collaterale radiale;
- Il legamento anulare del radio.
Il gomito è l’articolazione che mette in comunicazione il braccio con l’avambraccio e facilita i movimenti della mano, regolando la lunghezza dell’arto superiore.
Il gomito è un ginglimo o “articolazione a cerniera” perché ha due piani di movimento; consente infatti di effettuare i movimenti di:
- Flessione (quando l’avambraccio si avvicina al braccio)
- Estensione (quando l’avambraccio si allontana dal braccio)
- Supinazione (quando con il gomito posizionato a 90° gradi di flessione si fa ruotare la mano verso l’alto)
- Pronazione (quando con il gomito posizionato a 90° gradi di flessione si fa ruotare la mano verso il basso)
Che sono effettuati per mezzo della contrazione dei seguenti gruppi muscolari
- Muscoli epicondiloidei: chiamati così perché originano dall’epicondilo, si inseriscono sull’avambraccio, sul polso e sulla mano. Sono i muscoli che vengono colpiti dal gomito del tennista.
- Muscoli epitrocleari: chiamati così perché originano dall’epitroclea dell’omero e si inseriscono sull’avambraccio, sul polso e sulla mano.
A cosa servono i tendini epicondiloidei?
Con la loro contrazione permettono l’estensione del polso, delle dita e la deviazione radiale. Anche grazie ai muscoli epicondiloidei riusciamo a tenere in mano una racchetta, possiamo effettuare movimenti di torsione con l’avambraccio come aprire la porta di casa o utilizzare il cacciavite per avvitare un mobile, possiamo estendere le dite per aprire la mano ecc…
Dei muscoli epicondiloidei, nel caso di epicondilite, quello più soggetto a infiammazione è il tendine del muscolo estensore radiale lungo del carpo, e una delle cause per cui una sua reclutazione evoca dolore al paziente è data da una stimolazione da sovraccarico del periostio a livello dell’origine del tendine.
Epicondilite: Cos’è?
E’ una condizione dolorosa, causata da un infiammazione dei tendini che si inseriscono nell’epicondilo.
Dolore da epicondilite o da cervicale?
Nel nostro corpo, dove le articolazioni si influenzano una con l’altra durante tutti i movimenti, esistono delle condizioni dolorose che sono espressione di un mal funzionamento in un’altra parte del corpo. Può succedere che il dolore al gomito venga diagnosticato come epicondilite, ma in realtà sia un dolore irradiato del tratto cervicale. Dal tratto cervicale fuoriescono le radici nervose che innervano tutto l’arto superiore, una disfunzione di movimento delle vertebre cervicali può provocare un mal scorrimento delle radici nervose che a loro volta proiettano dolore nel braccio, avambraccio, polso o mano.
Epicondilite: quali sono le cause?
L’eziologia di questa patologia è multifattoriale, ovvero non è causata da un’ unico problema, ma dalla concomitanza di più fattori o concause.
L’origine più frequente di epicondilite nei giocatori di tennis è da ricercare nell’errata preparazione meccanica e muscolare del colpo del rovescio.
Altri fattori comprendono una scorretta impugnatura, un cattivo ammortizzamento da parte della racchetta e muscoli deboli della spalla, del gomito e del polso.
Le impugnature della racchetta troppo piccole possono causare il gomito del tennista.
Molti soggetti, anche non tennisti, riferiscono sintomatologie acute, in relazione alla pratica di attività ripetitive di flessione supinazione e sovraccarico, come lavorare con un cacciavite o alzare bagagli pesanti in pronazione.
Afferrare con forza e trasportare una borsa pesante è una causa molto frequente.
Epicondilite: quali sono i sintomi?
Il dolore è il sintomo principale, in alcuni casi compare un po’ di rossore e gonfiore nella parte coinvolta, e talvolta la zona risulta calda.
Il dolore in fase iniziale è un sintomo ben localizzato in prossimità dell’epicondilo che si avverte durante uno sforzo del gomito o subito dopo di esso.
Spesso si tratta di una condizione clinica che viene sottovalutata e portata avanti nel tempo, in molti casi la sintomatologia svanisce con un po’ di riposo o con l’utilizzo del ghiaccio, in altri casi invece si acutizza fino a diventare una condizione quasi invalidante.
La sintomatologia dolorosa è difficile da localizzare perché arriva ad estendersi fino al polso, e può essere avvertita anche a riposo.
Una semplice stretta di mano, o il girare la chiave della porta di casa possono risultare azioni molto fastidiose, e diventa difficile anche solo prendere in mano la racchetta!
Cosa si fa in questi casi? Rivolgetevi a noi!
Epicondilite: come intervenire
Prima di effettuare qualsiasi terapia, occorre che il fisioterapista o osteopata valuti attentamente la persona che si rivolge a lui, in modo da poter progettare il percorso riabilitativo che in minor tempo possa dare il maggiore beneficio al paziente. Non tutte le persone sono uguali e per questo neanche tutti i dolori nella porzione laterale del gomito lo sono.
E’ fondamentale che venga pianificato un intervento riabilitativo personalizzato, che sia un integrazione di più tecniche, come:
- tecniche manuali, che vadano a risolvere le restrizioni di movimento presenti nelle articolazioni del collo, del costato, della spalla, del gomito, del polso e delle dita;
- tecniche fasciali, che vadano a regolare le tensioni fasciali dell’arto superiore;
- tecarterapia;
- elettroterapia;
- esercizio terapeutico, che vada a risolvere la carenza di forza muscolare;
- kinesiotape e dinamictape;
- flossing;
- crioterapia.
Epicondilite: esercizi
Gli esercizi per l’epicondilite sono una parte fondamentale del ciclo riabilitativo e per la prevenzione.
Nella prima fase si eseguono esercizi di allungamento. Per allungare i muscoli epicondiloidei occorre estendere il gomito, chiudere la mano a pugno, flettere il polso e deviare leggermente la mano verso il lato ulnare. Mantenere questa posizione per 40 secondi, senza molleggiare, dopodichè fare una pausa di 30″ e rifare l’esercizio per altre 3 volte. Ripeterlo più volte nella giornata.
In un secondo tempo, quando il dolore all’epicondilo sarà sotto controllo,sarà utile fare esercizi con la pallina.
Basta prendere una pallina antistress o una da tennis particolarmente sgonfia. L’esercizio è semplice, basta stringere ripetutamente la pallina con la mano.
In questo modo si effettua il reclutamento muscolare dei muscoli della mano e dell’avambraccio.
Se si vuole agire più sui muscoli epicondiloidei, lo stesso esercizio può essere eseguito combinando la chiusura della mano all’estensione del polso e a una leggera deviazione verso il pollice.
Epicondilite: quali errori correggere
Un dettaglio spesso sottovalutato è quello della scelta delle corde e della loro tensione. Questo punto è molto molto importante, perchè una tensione non corretta potrebbe fare la differenza tra una guarigione completa ed una cronicizzazione del problema.
Per una persona affetta da gomito del tennista, è consigliata una tensione inferiore ai 25 kg, meglio se sotto i 22, che chiaramente riduce la rigidità della racchetta e la potenza del colpo, ma di conseguenza anche la comparsa di vibrazioni che si ripercutono sull’epicondilo.
Le corde devono essere morbide, e solo gradatamente si potrà tornare a usare tensioni più spinte, e corde rigide.
Assieme alle corde è chiaramente importante poter ridurre le vibrazioni mediante la classica presenza dell’antivibrazione, che seppur in minima parte aiuta a ridurre la quantità di sollecitazioni.
La scelta della racchetta è molto importante. Chiaramente i materiali e le strutture sono molto “Spinte” e i vari produttori usano modificare i profili, i pesi, ogni anno per fornire performance sempre migliori, a scapito spesso di un ergonomia e salute dello sportivo, che senza volerlo diventa vittima della sua stessa smania di essere il migliore in campo.
Il marchio Pro Kennex, ad esempio, utilizza una tecnologia chiamata Kinect in grado di ammortizzare il colpo e ridurre pesantemente le vibrazioni.
Un altro fattore molto importante è la scelta del manico, in linea teorica per misurare la presa del manico giusta bisognerebbe stringere con la mano la racchetta, la presa ideale avrà uno spazio misurabile in un dito tra il tenar (la parte alla base del pollice) e le dita che avvolgono il manico.
Spero che questo articolo ti sia piaciuto e che possa averti aiutato.
Ci vediamo sui campi da tennis di Cuneo e Mondovì.
Buon tennis a tutti.
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