Elettroterapia Antalgica
I meccanismi d’azione delle correnti antalgiche possono essere riassunti in:
- Attivazione delle aree del cervello deputate al controllo della soglia dolorosa (Inibizione discendente). Il cervello può regolare la nostra sensibilità dolorifica. Attraverso la sollecitazione trasmessa dall’area stimolata a particolari aree, la soglia del dolore può essere innalzata limitando quindi il dolore.
- Inibizione del passaggio di stimoli dolorifici a livello midollare per dare precedenza al passaggio di stimoli tattili (Gate control). Dobbiamo immaginare che a livello del midollo spinale vi è come un crocevia. Se all’incrocio passano gli stimoli tattili (stimoli prodotti dalla corrente antalgica), non possono passare gli stimoli dolorifici.
- Produzione di endorfine: le endorfine sono potenti molecole antidolorifiche che il cervello può produrre per inibire il dolore. Alcune correnti antalgiche hanno la capacità di sollecitare la produzione di queste molecole.
- Iperpolarizzazione: questo meccanismo lavora a livello delle terminazioni nervose nel sito del dolore rendendole più refrattarie agli stimoli. In questo modo, a parità di stimolo, il dolore viene percepito meno. Esistono anche altri meccanismi minori che si ipotizza collaborino per spegnere il dolore. Questi presentati sono i principali che ritroviamo in molte delle correnti antalgiche oggi in uso.
La corrente galvanica, ad esempio, privilegia come meccanismo d’azione l’iperpolarizzazione delle terminazioni nervose nella zona di dolore. Mentre le TENS (Trans Electrical Nerve Stimulation) agiscono maggiormente con meccanismo di gate control, quando utilizzate a frequenze intorno ai 100-120 Hz mentre privilegiano la produzione di endorfine quando vengono utilizzate in modalità agopuntura (1-4 Hz).
Esistono apparecchiature moderne, denominate neurostimlazione interattiva, che cambiano il segnale utilizzato in virtù di alcuni parametri misurati sulla pelle. Queste apparecchiature, massimizzano gli effetti, agiscono contemporaneamente su tutti i sistemi avendo il pregio di ottimizzare i tempi di applicazione.
Elettroterapia di Stimolazione
I meccanismi d’azione delle correnti di stimolazione possono essere ricercati nell’attività muscolare che sono in grado di produrre. Queste correnti, infatti, hanno la capacità di produrre una contrazione muscolare del tutto simile a quella che si produce mediante attività nervosa. Queste contrazioni, se ripetute per un tempo e modalità adeguate, producono effetti di aumento del tono muscolare e/o recupero del tono muscolare qualora il paziente avesse un deficit dello stesso. Il limite di questo tipo di terapia è nel fatto che la contrazione muscolare è un evento fisiologico che parte dal cervello, che viaggia lungo il midollo per arrivare grazie ai nervi al muscolo. Allenare solo la contrazione muscolare senza allenare il resto del sistema, ha ovviamente delle indicazioni precise.
Può essere estremamente utile quando non sia consentito il carico al fine di evitare eccessiva perdita di tono, ma va scoraggiata quando è possibile utilizzare il movimento attivo. Quando ci troviamo davanti ad un paziente denervato, possiamo, in alcuni casi, utilizzare le correnti triangolari che, interagendo con il corpo, producono la contrazione selettiva delle fibre muscolari denervate.
Siccome la reinnervazione è un processo estremamente lento è opportuno far lavorare le fibre muscolari denervate per trovarle pronte per quando “ricrescerà” il nervo. Sebbene questo concetto sia legato al buon senso, in letteratura scientifica, non vi è ancora accordo un’unanime sull’effettiva utilità di questa forma di terapia.