HAI DOLORE AI PIEDI? POTREBBE ESSERE METATARSALGIA.
La nostra tendenza a non camminare più a piede nudo nemmeno quando si è a casa, se da un lato salvaguarda il piede da traumi esterni o superfici taglienti, dall’altro è uno dei principali fattori di rischio per alcuni dismorfismi ortopedici del piede come l’alluce valgo e per alcune condizioni cliniche dolorose come la metatarsalgia.
Nel corso di questo articolo tratteremo della metatarsalgia, partendo dal significato che questo termine esprime e procedendo con le caratteristiche di questa patologia. Nella seconda parte dell’articolo parleremo di come si può curare questa affezione e di alcuni accorgimenti utili a prevenirla.
CHE COSA SIGNIFICA METATARSALGIA?
Il termine metatarsalgia letteralmente significa dolore (= algia) nei metatarsi, nella maggior parte dei casi il dolore è ben localizzato, si evince alla pressione ed è situato nella zona inferiore alle teste metatarsali, nel punto in cui le teste metatarsali si articolano con la prima falange delle dita.
QUALI SONO I PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO PER LA METATARSALGIA?
Il termine “metatarsalgia” è riduttivo e generalizzato perché oltre a comunicare che è il paziente riferisce dolore in sede metatarsale non ci altre informazioni, infatti non comunica nulla riguardo le cause che hanno portato all’insorgere della patologia.
In effetti al giorno d’oggi non conosciamo precisamente le cause che creano questo fenomeno, ma sappiamo solo che alcuni comportamenti possono dimostrarsi dei veri e propri fattori di rischio.
DI seguito saranno elencati alcuni dei fattori di rischio principali:
- Dismorfismi del piede: in modo particolare il piede cavo, che per la sua morfologia tende a caricare molto sulle teste metatarsali;
- L’utilizzo di calzature strette, a punta, non ergonomiche e soprattutto con il tacco. Le scarpe con il tacco se da un lato fanno sembrare le gambe di chi le indossa molto più slanciate, dall’altro costringono il piede ad assumere una dinamica del passo che non è in linea alla propria morfologia;
- Patologie reumatiche come l’artrite reumatoide;
- Sport da corsa: come basket, il calcio, il rugby, la palla a mano, e in particolare da corsa di fondo dove si espone il piede ad un carico continuo e ripetuto;
- Microtraumismi ripetuti al piede;
QUALI SONO LE DIFFERENZE TRA METATARSALGIA CRONICA E ACUTA?
Se soffri di dolore ai metatarsi è molto probabile che nella diagnosi del medico ci sia scritto “acuta” oppure “cronica”.
Questi termini si riferiscono alla comparsa della sintomatologia, se soffri di metatarsalgia da pochi giorni sarai soggetto a una metatarsalgia acuta, se si tratta di un dolore che sopporti da mesi si tratta di una condizione cronica. La differenza tra acuta e cronica è fondamentale ai fini riabilitativi. Infatti una patologia acuta segue dei protocolli differenti da quelli di una patologia cronica.
Nel primo caso si utilizzano mezzi fisici a intensità moderata e tecniche manuali adeguate, mentre nel secondo caso si effettua un intervento “riabilitativo” più marcato cedendo ad esempio molta energia ai tessuti poiché l’infiammazione protratta nel tempo è altamente probabile che abbia portato ad una alterazione dell’istologia del tessuto che deve essere recuperata. Di conseguenza anche le tempistiche di guarigione sono differenti, nel caso di una metatarsalgia acuta si hanno maggiori possibilità di risolvere il quadro sintomatico con minor tempo rispetto a una metatarsalgia che perdura da mesi.
QUALI SONO I RIMEDI PER LA METATARSALGIA?
Un progetto riabilitativo si baserà su questi punti:
- 1 step: far diminuire il dolore e controllare l’infiammazione
- 2 step: recuperare la mobilità del piede
- 3 step: recupero completo della funzionalità dell’arto inferiore e training di esercizi per prevenire recidive.
Le tecniche manuali che possono essere utilizzate in questa condizione sono:
Massoterapia della volta plantare.
Massaggio trasverso nei punti di maggior densità fasciale.
Allungamento della catena muscolare posteriore.
Mobilizzazione del piede, con particolare attenzione alle teste metatarsali. Il tipo di mobilizzazione che viene applicato è la trazione o il pompage, con la quale si riesce ad ottenere una diminuzione della tensione miofasciale e articolare.
Ginnastica posturale e terapia manuale allo scopo di correggere eventuali disfunzioni posturali che portano ad un aumento patologico del carico nella parte anteriore del piede.
Tecarterapia: è un macchinario che utilizza radiofrequenze, è utilizzato sia in fase acuta (con la modalità pulsata) che in fase cronica (con la modalità continua).
IN CHE MODO SI PUO’ PREVENIRE LA METATARSALGIA?
Sicuramente un corretto stato di salute, un’attività fisica costante aiuterebbe a prevenire non solo la metatarsalgia ma anche molte altre patologie ortopediche.
In particolare per questa condizione ti consigliamo di indossare calzature comode quando esci di casa, e quando puoi cammina a piedi scalzi, sono sicuramente la “scarpa” più adatta per il nostro corpo. Se per motivi lavorativi e/o personali sei costretto a indossare calzature scomode, sicuramente un controllo periodico dal tuo fisioterapista di fiducia potrebbe essere utile per tenere la situazione sotto controllo.
Effettuare cicli di fisioterapia preventivi risultano essere utili anche per monitorare la propria postura, che come abbiamo visto potrebbe rientrare tra i fattori di rischio che generano la metatarsalgia, d’altra parte meglio curarsi quando si sta bene per continuare a stare bene che doversi curare per una patologia che ci fa stare male: il primo caso è molto più piacevole e meno dispendioso.
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